lunedì 4 agosto 2014

Voigtländer Bessa 46 - 1941


Voigtländer è stata una delle tre grandi aziende tedesche nel mondo dell’ottica e della fotografia; fondata da Johann Christoph Voigtländer a Vienna nel 1756 è quindi il più antico costruttore di macchine fotografiche.
Ha prodotto l’obbiettivo Petzval nel 1840, prima ottica calcolata con un approccio matematico e successivamente la prima macchina al mondo completamente in metallo (Ganzmetallkamera) nel 1841.
Nel 1898 si è trasferita  a Braunschweig in Germania e nel corso degli anni è diventata una delle aziende leader nella tecnologia fotografica ed ha spesso introdotto novità assolute, come il primo obiettivo zoom (36-82/2.8 Zoomar) nel 1960 e la prima fotocamera 35mm compatta con flash elettronico integrato flash (Vitrona) nel 1965.

La Carl Zeiss acquistò la società nel 1956, e le due aziende si fusero nel 1965. Nel 1972 smisero la produzione di macchine fotografiche, e un anno dopo vennero vendute a Rollei. Dopo il crollo di Rollei nel 1982, Plusfoto ne acquisì il marchio che poi cedette 1997 a Ringfoto GmBH.
Dal 1999 fino ad oggi (2014), i prodotti a marchio Voigtländer sono realizzati e  commercializzati da Cosina.

Nel 1929 Voigtländer introduce la ‘Bessa’ sua prima macchina a soffietto auto-estensibile 6x9cm (folding) moderna, con messa a fuoco sull’obbiettivo, iniziando una famiglia di fotocamere, che con i vari aggiornamenti, esiste ancora oggi.
Nel 1938 nascono le Kleine Bessa, ovvero le Bessa con formato 6x6 e 4,5x6 cm; esse furono prodotte in due versioni base: dal 1938 al 1941 e dopo la guerra fino al 1950, anno in cui vengono sostituite dalla Perkeo.

Le due versioni assolutamente identiche, salvo per il formato del fotogramma (ed il conseguente mirino); nel caso di questa ‘mia’, non poteva essere che la versione 4,5x6 (vista la passione che mi è presa per le folding di questo formato).

La macchina, della prima serie con mirino ripieghevole (il numero di matricola dell’obbiettivo la posiziona nel 1941) è ovviamente completamente in metallo, costruita con la precisione e la robustezza Voigtländer, e non differisce nelle linee generali della progettazione e costruzione dalle altre folding di quel periodo.









Dati essenziali:
  • Formato 4,5x6 su pellicola 120
  • Obiettivo "Voigtar" 7,5 cm /f:3,5 (tripletto di Cooke) non coated
  • Diaframma a iride fra la seconda e la terza lente dell’obiettivo, con aperture da f/3.5 a f/16
  • Otturatore centrale "Pronto II" con tempi  da 1sec.  1/175sec + posa B e T; autoscatto
  • Inquadratura con mirino ottico, dotato di lente
  • Messa a fuoco mediante rotazione della ghiera anteriore dell'obiettivo
Le Kleine Bessa hanno un particolare meccanismo di scatto, che termina in un grilletto posto sullo sportello frontale, il quale , una volta aperto, si ritrova sotto l’indice sinistro di chi impugna la fotocamera; il sistema, perfettamente funzionante, è decisamente riuscito e riduce di molto il rischio di mosso, sempre presente in queste macchine. La soluzione è decisamente più efficiente di quelle delle Kodak Duo e delle Superikonta Zeiss.




Un altro particolare specifico delle Bessa è il filtro giallo, montato in una ghiera fissa, ripiegabile, davanti all’obbiettivo.




Nella macchina qui illustrata la scala della messa a fuoco in ‘feet’ e non in metri, e sul retro è presente la scritta ‘Germany’; credo quindi che fosse un esemplare destinato al mercato USA, grande estimatore delle fotocamere tedesche.

Impressioni:
La macchina mi è arrivata in condizioni molto buone; tuttavia, a parte alcuni punti di ruggine ed alcuni scollamenti della ricopertura in pelle, aveva due difetti evidenti:
mancanza del filtro giallo e lenti opacizzate dal tempo.

Dopo un’approfondita pulizia di fondo, svolta in più passaggi, ho smontato l’obbiettivo nelle sue tre lenti e sono riuscito a pulirlo perfettamente con il semplice lavaggio in acqua e detersivo per piatti; è così tornato a splendere cristallino come appena costruito.

Dopo aver semplicemente lubrificato l’otturatore ho rimontato le lenti, perdendo qualche ora per tarare la messa a fuoco, ma ci sono riuscito con un po’ di pazienza (e due rulli di prova).







Ho smontato il disco di vetro ottico dal un filtro giallo Ceneipan del diametro adatto e l’ho riposizionato nella ghiera della macchina, fissandolo con la sua molla originale.
Lucidate le cromature e la pelle e ritoccate le parti verniciate, l’ho sottoposta alla prova del campo, di cui allego qualche scatto.

La macchina è semplice e facile da usare, se ci si ricorda ogni volta di
  1. Posizionare la pellicola per lo scatto (leggendo il numero del fotogramma nella finestrella posteriore)
  2. Caricare l’otturatore
  3. Sistemare il tempo di posa ed il diaframma
  4. Sistemare la messa a fuoco
  5. Puntare
  6. Trattenere il fiato e scattare.
Non è una P&S, la profondità di campo (anche se utilmente ricordata dalla ghiera posta sul tetto della macchina) è ridotta, vista la focale; e quindi lo scatto deve essere ragionato; tuttavia è piccola e compatta, abbastanza leggera e piacevole.

Inoltre devo dire che per un’ottica semplice, di solo 71 anni si comporta ancora molto bene.
Mi sembra che la morbidezza dei bordi (tipica dei tripletti) sia abbastanza ridotta, mentre la plasticità del medio formato ci sia tutta.




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Voigltander Bessa 46

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