Ha prodotto l’obbiettivo Petzval nel 1840, prima ottica
calcolata con un approccio matematico e successivamente la prima macchina al
mondo completamente in metallo (Ganzmetallkamera) nel 1841.
Nel 1898 si è trasferita a Braunschweig in Germania e nel corso degli
anni è diventata una delle aziende leader nella tecnologia fotografica ed ha
spesso introdotto novità assolute, come il primo obiettivo zoom (36-82/2.8
Zoomar) nel 1960 e la prima fotocamera 35mm compatta con flash elettronico
integrato flash (Vitrona) nel 1965.
La Carl Zeiss acquistò la società nel 1956, e le due aziende
si fusero nel 1965. Nel 1972 smisero la produzione di macchine fotografiche, e
un anno dopo vennero vendute a Rollei. Dopo il crollo di Rollei nel 1982,
Plusfoto ne acquisì il marchio che poi cedette 1997 a Ringfoto GmBH.
Dal 1999 fino ad oggi (2014), i prodotti a marchio
Voigtländer sono realizzati e
commercializzati da Cosina.
Nel 1929 Voigtländer introduce la ‘Bessa’ sua prima macchina a soffietto auto-estensibile 6x9cm (folding) moderna, con messa a fuoco sull’obbiettivo, iniziando una famiglia di fotocamere, che con i vari aggiornamenti, esiste ancora oggi.
Nel 1929 Voigtländer introduce la ‘Bessa’ sua prima macchina a soffietto auto-estensibile 6x9cm (folding) moderna, con messa a fuoco sull’obbiettivo, iniziando una famiglia di fotocamere, che con i vari aggiornamenti, esiste ancora oggi.
Nel 1938 nascono le Kleine Bessa, ovvero le Bessa con formato
6x6 e 4,5x6 cm; esse furono prodotte in due versioni base: dal 1938 al 1941 e
dopo la guerra fino al 1950, anno in cui vengono sostituite dalla Perkeo.
Le due versioni assolutamente identiche, salvo per il formato
del fotogramma (ed il conseguente mirino); nel caso di questa ‘mia’, non poteva
essere che la versione 4,5x6 (vista la passione che mi è presa per le folding
di questo formato).
La macchina, della prima serie con mirino ripieghevole (il
numero di matricola dell’obbiettivo la posiziona nel 1941) è ovviamente
completamente in metallo, costruita con la precisione e la robustezza Voigtländer,
e non differisce nelle linee generali della progettazione e costruzione dalle
altre folding di quel periodo.
Dati essenziali:
- Formato 4,5x6 su pellicola 120
- Obiettivo "Voigtar" 7,5 cm /f:3,5 (tripletto di Cooke) non coated
- Diaframma a iride fra la seconda e la terza lente dell’obiettivo, con aperture da f/3.5 a f/16
- Otturatore centrale "Pronto II" con tempi da 1sec. 1/175sec + posa B e T; autoscatto
- Inquadratura con mirino ottico, dotato di lente
- Messa a fuoco mediante rotazione della ghiera anteriore dell'obiettivo
Le Kleine Bessa hanno un particolare meccanismo di scatto,
che termina in un grilletto posto sullo sportello frontale, il quale , una volta
aperto, si ritrova sotto l’indice sinistro di chi impugna la fotocamera; il
sistema, perfettamente funzionante, è decisamente riuscito e riduce di molto il
rischio di mosso, sempre presente in queste macchine. La soluzione è
decisamente più efficiente di quelle delle Kodak Duo e delle Superikonta Zeiss.
Un altro particolare specifico delle Bessa è il filtro giallo, montato
in una ghiera fissa, ripiegabile, davanti all’obbiettivo.
Nella macchina qui illustrata la scala della messa a fuoco in ‘feet’ e
non in metri, e sul retro è presente la scritta ‘Germany’; credo quindi che
fosse un esemplare destinato al mercato USA, grande estimatore delle fotocamere
tedesche.
Impressioni:
La macchina mi è arrivata in condizioni molto buone;
tuttavia, a parte alcuni punti di ruggine ed alcuni scollamenti della
ricopertura in pelle, aveva due difetti evidenti:
mancanza del filtro giallo e lenti opacizzate dal tempo.
Dopo un’approfondita pulizia di fondo, svolta in più
passaggi, ho smontato l’obbiettivo nelle sue tre lenti e sono riuscito a
pulirlo perfettamente con il semplice lavaggio in acqua e detersivo per piatti;
è così tornato a splendere cristallino come appena costruito.
Dopo aver semplicemente lubrificato l’otturatore ho rimontato
le lenti, perdendo qualche ora per tarare la messa a fuoco, ma ci sono riuscito
con un po’ di pazienza (e due rulli di prova).
Ho smontato il disco di vetro ottico dal un filtro giallo
Ceneipan del diametro adatto e l’ho riposizionato nella ghiera della macchina,
fissandolo con la sua molla originale.
Lucidate le cromature e la pelle e ritoccate le parti
verniciate, l’ho sottoposta alla prova del campo, di cui allego qualche scatto.
La macchina è semplice e facile da usare, se ci si ricorda
ogni volta di
- Posizionare la pellicola per lo scatto (leggendo il numero del fotogramma nella finestrella posteriore)
- Caricare l’otturatore
- Sistemare il tempo di posa ed il diaframma
- Sistemare la messa a fuoco
- Puntare
- Trattenere il fiato e scattare.
Non è una P&S, la profondità di campo (anche se utilmente
ricordata dalla ghiera posta sul tetto della macchina) è ridotta, vista la
focale; e quindi lo scatto deve essere ragionato; tuttavia è piccola e
compatta, abbastanza leggera e piacevole.
Inoltre devo dire che per un’ottica semplice, di solo 71 anni
si comporta ancora molto bene.
Mi sembra che la morbidezza dei bordi (tipica
dei tripletti) sia abbastanza ridotta, mentre la plasticità del medio formato
ci sia tutta.
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Voigltander Bessa 46 |
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